Monday, June 29, 2009

Da ilGiornale.it - Spettacoli: "Lollobrigida: "Vi racconto il mondo attraverso i miei clic""

Oggi giornata di ampia e abbondante lettura dei giornali - letto adesso su ilGiornale.it - Spettacoli:
Lollobrigida: "Vi racconto il mondo attraverso i miei clic"
In mostra cinquant’anni di fotografie scattate dall’attrice. «Cominciai con Yul Brinner. Le più intense le ho fatte in India»

Wednesday, June 24, 2009

Pure questo mio amico ha il blog

E cosi' questa mania dei siti ha contagiato un po' tutti, perfino zia Manuela si e' aperta un blog: bene, vedremo che avra' piu' lettori!

Friday, June 19, 2009

Un mio consiglio per un film fondamentale per tutti gli amanti del buon cinema "Metropolis"

Film del 1927 di Fritz Lang, e' uno dei capolavori del cinema muto tedesco e, in generale, del cinema dei primi anni del secolo. Il film, diviso in tre parti come un opera lirica, "Prologo", "Intermezzo" e "Furioso", porta in scena in un ipotetico 2026 (cento anni dopo l'uscita del film) un mondo in cui le divisioni di classe sono sempre piu' accentuate, con i ricchi arroccati nei loro sfavillanti grattaceli e i poveri reclusi in un "sottoborgo" sporco, sovraffollato e inquinato. Il film mi ha ricordato da vicino Blade Runner, soprattutto nella lotta "padre" e "figlio" (qui davvero genitore e figlio) e nell'uso dell'androide come strumento di controllo della massa.

Sunday, June 14, 2009

TUTTO HO PERDUTO di Giuseppe Ungaretti

Leggiamo insieme alcune delle più belle poesie della letteratura italiana e internazionale

TUTTO HO PERDUTO di Giuseppe Ungaretti
Tutto ho perduto dell'infanzia
E non potrò mai più
Smemorarmi in un grido.

L'infanzia ho sotterrato
Nel fondo delle notti
E ora, spada invisibile,
Mi separa da tutto.

Di me rammento che esultavo amandoti,
Ed eccomi perduto
In infinito delle notti.

Disperazione che incessante aumenta
La vita non mi è più,
Arrestata in fondo alla gola,
Che una roccia di gridi.

Tuesday, June 9, 2009

Un blog che potrebbe meritare qualche lettura...

A quanto pare anche Luca, adesso, ha un blog - mah, andiamo a vedere un po' ma se spara che online le stesse cavolate che dice offline siamo messi bene...

CANTO di Giuseppe Ungaretti

Un po' di poesia non fa mai male...

CANTO di Giuseppe Ungaretti
Rivedo la tua bocca lenta
(Il mare le va incontro delle notti)
E la cavalla delle reni
In agonia caderti
Nelle mie braccia che cantavano,
E riportarti un sonno
Al colorito e a nuove morti.

E la crudele solitudine
Che in sè ciascuno scopre, se ama,
Ora tomba infinita,
Da te mi divide per sempre.

Cara, lontana come in uno specchio...

Wednesday, June 3, 2009

Suggerimenti di lettura

Adesso anche la mia Marta ha un blog, se solo inizia a raccontare la meta' dei nostri piccoli segreti sono rovinato!

LAVORARE STANCA di Cesare Pavese

Un po' di poesia non fa mai male...

LAVORARE STANCA di Cesare Pavese
I due, stesi sull'erba, vestiti, si guardano in faccia
tra gli steli sottili: la donna gli morde i capelli
e poi morde nell'erba. Sorride scomposta, tra l'erba.
L'uomo afferra la mano sottile e la morde
e s'addossa col corpo. La donna gli rotola via.
Mezza l'erba del prato è così scompigliata.
La ragazza, seduta, s'aggiusta i capelli
e non guarda il compagno, occhi aperti, disteso.

Tutti e due, a un tavolino, si guardano in faccia
nella sera, e i passanti non cessano mai.
Ogni tanto un colore più gaio li distrae.
Ogni tanto lui pensa all'inutile giorno
di riposo, trascorso a inseguire costei,
che è felice di stargli vicina e guardarlo negli occhi.
Se le tocca col piede la gamba, sa bene
che si danno a vicenda uno sguardo sorpreso
e un sorriso, e la donna è felice. Altre donne che passano
non lo guardano in faccia, ma almeno si spogliano
con un uomo stanotte. O che forse ogni donna
ama solo chi perde il suo tempo per nulla.

Tutto il giorno si sono inseguiti e la donna è ancor rossa
alle guance, dal sole. Nel cuore ha per lui gratitudine.
Lei ricorda un baciozzo rabbioso scambiato in un bosco,
interrotto a un rumore di passi, e che ancora la brucia.
Stringe a sè il mazzo verde - raccolto sul sasso
di una grotta - di bel capevenere e volge al compagno
un'occhiata struggente. Lui fissa il groviglio
degli steli nericci tra il verde tremante
e ripensa alla voglia di un altro groviglio,
presentito nel grembo dell'abito chiaro,
che la donna gli ignora. Nemmeno la furia
non gli vale, perché la ragazza, che lo ama, riduce
ogni assalto in un bacio c gli prende le mani.

Ma stanotte, lasciatala, sa dove andrà:
tornerà a casa rotto di schiena e intontito,
ma assaporerà almeno nel corpo saziato
la dolcezza del sonno sul letto deserto.
Solamente, e quest'è la vendetta, s'immaginerà
che quel corpo di donna, che avrà come suo, sia,
senza pudori, in libidine, quello di lei.